“Attenti, c’è un’ape!” Quante volte abbiamo sentito o abbiamo pronunciato questa frase? Ma in realtà l’ape è un insetto pacifico: usa il suo pungiglione solo se qualcuno o qualcosa minaccia l’alveare o il suo lavoro di raccolta del nettare. E allora senza timore, fermiamoci ed osserviamola mentre è intenta nel suo lavoro: con volo ondeggiante si dirige verso un fiore e da lì verso un altro. Quando avrà completato il suo carico si dirigerà verso l’alveare…seguiamola…
Carta d’identità dell’ape
La nostra ape è un insetto appartenente agli ordini degli imenotteri, famiglia degli apidi, genere apis e razza ape mellifera (la più produttiva fra le razze di api perché molto laboriosa e mansueta). È molto sociale e vive in una famiglia numerosissima, formata da circa 10.000 individui, tutti figli della stessa madre. In primavera una parte dei componenti della famiglia si dedica alla raccolta di provviste alimentari per la restante parte.

Ma continuiamo a seguire la nostra ape con il suo carico di nettare…
A tal proposito facciamo un piccolo sforzo: immaginiamo di diventare piccoli piccoli come lei…
Uniamoci ora al volo di numerose altre api che, convergendo da diversi punti del prato, sembrano imboccare un invisibile corridoio aereo che conduce verso l’ingresso dell’arnia.
Avvicinandoci ancora di più notiamo che al ronzio delle api in volo si sovrappone un ulteriore suono di fondo, una vibrazione costante e regolare che si diffonde nell’aria…è il suono dell’alveare…entriamo…
L’alveare: una società divisa in caste
Una calda penombra, un rumore quieto, costante, un profumo inebriante ci avvolgono…siamo nell’alveare e se ci guardiamo intorno avvertiamo da subito la presenza di innumerevoli api, ciascuna dedita ai propri compiti: pulizia, costruzione delle celle di cera, nutrizione delle giovani larve, immagazzinamento delle provviste.
Ma come nasce questa grande casa?
Gli studi sulla vita delle api hanno portato a definire che nell’alveare ci sono tre grandi caste: quella delle regine, quella delle operaie e quella dei fuchi.

L’ape regina
All’interno di ogni alveare vi è una sola femmina fertile, la regina, e il suo compito non è quello di comandare (come si potrebbe immaginare), ma quello di generare nuove api. Sarebbe infatti più corretto chiamarla madre…inoltre riveste un altro importante ruolo: regolare la vita dell’alveare determinando i comportamenti delle api per mezzo di una sostanza da lei emessa, il “feromone”.
L’ape operaia
Una casta tutta al femminile che ha sviluppato particolari organi per svolgere numerose attività e funzioni, eccetto quella riproduttiva. Le api operaie hanno un apparato boccale tale da poter succhiare il nettare dei fiori; delle mandibole a forma di pinze per modellare la cera e costruire le cellette. Inoltre le loro zampe sono conformate per la raccolta e il trasporto del polline in tutta sicurezza verso l’alveare.
I fuchi
È la casta maschile che ha il compito unico di fecondare le giovani regine. Non dispongono di “attrezzi di lavoro”, né hanno il pungiglione per la protezione dell’alveare. Il fuco si unisce con l’ape regina in un luogo particolare, al di fuori dell’alveare, chiamato “luogo di raduno”. Qui i fuchi e le regine iniziano la fase di accoppiamento che si svolge in volo. Compiuto il volo nuziale, sfortunatamente il fuco muore e la regina non si accoppia più per tutta la sua vita, in quanto rimarrà feconda almeno per i 5 anni successivi.
L’insieme delle caste qui descritte formano l’alveare, un vero e proprio superorganismo, in cui ogni individuo assolve ad una precisa mansione biologica.
Possiamo immaginarlo un pò come un corpo umano, in cui la vita di una singola cellula è impossibile se tolta dal contesto d’insieme. Lo stesso vale per la singola ape: essa non vivrà a lungo fuori dall’alveare e lontana dalle sue simili.
Il legame che unisce questi magnifici insetti è così naturalmente solido che solo la natura stessa può scinderlo.
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